Lo scavo archeologico
Due sono gli elementi imprescindibili perché uno scavo archeologico sia correttamente condotto: le maestranze (operai comuni, qualificati, specializzati) e una valida e affiatata squadra di professionisti (archeologo coordinatore, archeologo “di campo”, archeologo per la gestione dei reperti, restauratore, rilevatore).
Le maestranze costituiscono il patrimonio “umano” di una ditta specializzata in scavo archeologico: toccano la terra, sfogliano gli strati, mettono in evidenza strutture, crolli, livelli di frequentazione, tagli…e sanno cambiare strumento di scavo a seconda delle esigenze.
La squadra di professionisti supporta la direzione scientifica dalla ricerca bibliografica alla documentazione, dall’analisi dei dati all’interpretazione, dal restauro e inventariazione dei reperti fino alla pubblicazione, e trasmette alle maestranze le indicazioni della direzione scientifica.
Ma lo scavo archeologico è un cantiere, e come tale ha uno specifico finanziamento che risponde ad un progetto e ad un computo metrico che prevede varie tipologie di scavo e di restauro. Alle maestranze e alla squadra di professionisti si affiancano quindi i tecnici di cantiere che aggiornano misure e “conti” per la direzione lavori (che spesso coincide con la direzione scientifica).
Infine, spetta al direttore scientifico dello scavo individuare gli obiettivi da raggiungere, adeguandosi alle risorse economiche disponibili e cercando di ottimizzarle.
Gli obiettivi possono essere raggiunti solo dal lavoro coordinato di tutta la squadra…e sul Castrum di Minturnae abbiamo due grandi squadre.
Grazie a tutti e buone Feriae Augusti,
Giovanna Rita Bellini