Tornando al ‘nostro’ imprenditore, diverse sono le attestazioni in tutto l’impero tra I e II secolo d. C. (Neapolis, Pontia, Pompeii, Puteoli, Lipara, Roma, fino a Tarraco in Hispania e Forum Iulii in Gallia Narbonensis), ma due caratteristiche dei bolli minturnesi collocano Marcus Arrius all’inizio del periodo imperiale: la forma rettangolare del bollo (attestata dalla tarda età repubblicana fino al I secolo d. C.) e la presenza del solo nome al genitivo (il nome delle figlinae compare dall’età Claudia).
I due frammenti laterizi, pervenutici dagli strati che coprivano il livello di conservazione delle strutture dell’Augusteum, sono probabilmente pertinenti a tegole, quindi al tetto dei portici che delimitavano lo spazio interno dell’edificio scoperto.
Le tegole messe in opera nell’Augusteum sono quindi prodotte in una delle fabbriche di M. Arrius, anche se al momento non è possibile ipotizzare dove si trovasse questa industria.
La produzione di queste tegole avveniva nell’ager di Minturnae? Oppure questo era solo un luogo di smistamento, essendo la città uno dei porti più importanti d’Italia?
Difficile dirlo per ora, ma la presenza di membri di questa gens sul territorio, già dalla prima metà del I sec. a. C., indica che l’interesse per Minturnae di questi grandi produttori era notevole, tanto da vincere l’appalto per la fornitura di tegole per l’edificio dedicato al culto imperiale.